Pubblicato su Il diritto dell’internet l’articolo di Stefano Aterno e Paola Patriarca sulla sentenza della Corte Costituzionale, 27 luglio 2023, n. 170
relativamente ai messaggi di posta elettronica e whatsapp di un parlamentare, o a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di provvedimenti di sequestro nell’ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi.
Tali messaggi sono stati ritenuti riconducibili alla nozione di «corrispondenza», costituzionalmente rilevante e la cui tutela non si esaurisce, come invece sostenuto dalla Procura, con la ricezione del messaggio da parte del destinatario, ma perdura fin tanto che esso conservi carattere di attualità e interesse per gli interlocutori.

E-mail e messaggi di WhatsApp del “parlamentare” [Corte costituzionale, 27 luglio 2023, n. 170]

 

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