Nella mattina di oggi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 18 ottobre che detta ulteriori misure per il contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale e altre disposizioni per far fronte agli effetti diretti e indiretti dell’emergenza sanitaria da Covid-19

Di Francesca Ricciulli e Stelio Pagnotta


Di seguito un riepilogo delle principali novità normative in materia di digitale introdotte dal Decreto:

Smart working 

Il Decreto specifica che, nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, le riunioni dovranno svolgersi di regola in modalità a distanza. Ciò significa che gli incontri in presenza rappresentano l’eccezione la cui scelta dovrà essere adeguatamente motivata. Anche le aziende private sono invitate a seguire questa regola.

Tale previsione farebbe pensare al ritorno al lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nel settore pubblico ma il Decreto non impone una percentuale precisa. Resta fermo, pertanto, quanto previsto dal DPCM 13 ottobre che, all’art 3 comma 3, dispone che: “Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”. 

Tale Decreto cd. “Rilancio” ha previsto l’applicazione del lavoro agile al 50 per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità. Si ricorda che, con lo stesso provvedimento, è stato introdotto il POLA, il documento che individua le modalità attuative dello smart working all’interno dell’ente. Per le attività che possono essere svolte in modalità agile, Il POLA deve prevedere che almeno il 60% dei dipendenti possa avvalersene. In caso di mancata adozione del POLA, il lavoro agile si applica almeno al 30 per cento dei dipendenti che lo richiedono.

Nel corso della conferenza stampa il Presidente del Consiglio ha anticipato  la prossima emanazione di un decreto ministeriale da parte del Dipartimento Funzione pubblica con il quale sarà promossa l’attuazione del lavoro agile nelle amministrazioni, accompagnandone la modulazione e strutturazione e tenendo in conto le molteplici esigenze dei territori e dei diversi enti.

Sembra, infatti, che tale scelta derivi dalla constatazione del fatto che risulta molto difficile prevedere una regola generale sullo smart working nella PA. 

Tale approccio di bilanciamento tra lavoro agile ed efficienza dei servizi resi, del resto, va in continuità con gli ultimi interventi del Governo sul tema. Da ultimo, il Decreto “Semplificazioni” è intervenuto sull’art. 263 del D.L. 34/2020, emanato in fase emergenziale e successivamente convertito in legge, subordinando la riorganizzazione del lavoro in smart working alla condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché al rigoroso rispetto dei tempi dell’attività amministrativa previsti dalla normativa vigente.

Didattica a distanza

Il Decreto, ponendosi nel solco di quanto previsto dal DPCM del 13 ottobre, conferma quella in presenza come principale modalità dello svolgimento dell’attività didattica. 

In particolare, il testo specifica che per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia la didattica continua a svolgersi in presenza ma per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado possono adottare forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza.

Con riferimento alle Università, invece, il Decreto prevede che le Università, dovranno predisporre, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative.

Anche le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado possono essere svolte in presenza o a distanza sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e, di conseguenza, la sicurezza del personale convocato. Il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche, invece, può avvenire secondo modalità a distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni.

Il Decreto conferma, quindi, la scelta di un ricorso costante a forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica a seconda delle specifiche situazioni connesse al contagio. 

APP Immuni

Il Decreto introduce anche un’importante novità in materia di contact tracing.

Infatti, al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, prevede l’obbligo per gli operatori sanitari del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale – tramite accesso al sistema centrale di Immuni – di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività.

Si ricorda che l’uso dell’APP Immuni è libero e, di conseguenza, l’obbligo sussiste nel caso in cui il positivo utilizzi l’applicazione e scelga di segnalare la propria positività. 


Immagine di Scott Graham su Unsplash

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