Sebbene si sia registrata, nei primi mesi del 2022, una battuta d’arresto nel mercato degli ormai noti NFT – probabilmente fisiologica a seguito del boom dello scorso anno – lo scambio dei non-fungible tokens continua ad essere tema di grande interesse, considerata la loro capacità di dar luogo ad attraenti flussi di reddito.

In tale contesto, appare rilevante la pubblicazione di un nuovo standard anti rug-pull, ERC-721R, ufficialmente rilasciato lo scorso 11 aprile e volto, tra le altre cose, a contrastare i progetti fraudolenti nel settore degli NFT.

I non-fungible tokens
Preliminarmente, occorre far chiarezza su cosa siano gli NFT e cosa rappresentino da un punto di vista giuridico.

Un non-fungible token è un codice crittografico unico e non interscambiabile, rappresentativo dell’autenticità e della provenienza di un bene. Il trasferimento di NFT da un soggetto ad un altro è irreversibile e non duplicabile, grazie alla tecnologia di base utilizzata per il compimento delle transazioni: la blockchain.

Giuridicamente, pertanto, un NFT è un bene infungibile, che non può essere scambiato con altri beni appartenenti allo stesso tipo. È una stringa alfanumerica unica e peculiare, rappresentativa di un determinato asset, in quanto implementa un certificato digitale di autenticità ad esso riferibile.

Tale sistema di certificati di autenticità, associati ad un bene nativo digitale ovvero fisico, riesce a creare unicità o scarsità anche nel virtuale, rendendo così i non-fungible tokens collezionabili.

Nonostante gli NFT siano dilagati prevalentemente nel mondo della digital art, sono in realtà molteplici i settori che ne beneficiano: dal real estate al mondo della finanza, dal gaming alla moda, ed altri.

Nel 2017, come noto, Ethereum ha introdotto uno standard aperto, l’ERC721, che è stato il primo protocollo per la creazione di NFT e sino ad oggi il più utilizzato.

Prima dell’invenzione di tale standard, la maggior parte dei token erano solo fungibili, e per lo più rappresentativi di valute. Un token ERC721, invece, rappresenta un bene unico ed infungibile.

Il nuovo standard ERC-721R per la creazione di NFT
Si è detto che il trasferimento di NFT da un soggetto ad un altro è, oltre che non duplicabile, irreversibile. Ciò in quanto l’esecuzione della transazione su blockchain rende impossibile “tornare indietro” una volta effettuata l’operazione, per il funzionamento stesso della tecnologia che ne è alla base.

Tale circostanza, se da un lato è ciò che rende unico e non fungibile il token in questione, nonchè sicuri, trasparenti e tracciabili tutti i trasferimenti di esso sulla catena di blocchi, dall’altro può avere anche delle conseguenze negative, come ad esempio la possibilità di rug-pull.

Nel mondo crypto, il termine rug-pull (letteralmente, “tiro del tappeto”) indica un tipo di truffa che si verifica generalmente quando gli sviluppatori di un progetto, dopo aver creato il token crittografico, ne “pompano” il valore al fine di attrarre il maggior numero di investitori possibili, per poi prelevare tutti i fondi ed abbandonare il progetto fraudolento.

Quando un NFT viene creato con il nuovo standard ERC-721R, ufficialmente rilasciato lo scorso 11 aprile, i fondi sono detenuti in un conto di deposito a garanzia, vincolato da uno smart contract.

Tali fondi non possono essere prelevati, dai creatori, se non dopo il decorso di un periodo di attesa che consente agli acquirenti di restituire il proprio NFT e di ricevere un rimborso dal contratto intelligente sottoscritto.

In tal modo, pur essendo l’acquisto dell’NFT irreversibile, se durante tale periodo di tempo i creatori decidono di fare rug-pull, gli acquirenti potranno richiedere il rimborso dei loro fondi prima della fine del periodo di attesa, perdendo solo le gas fees sostenute per i costi di transazione.

L’utilizzo di tale nuovo protocollo per la generazione di NFT, pertanto, sarebbe sicuramente più vantaggioso per gli acquirenti, che nella peggiore delle ipotesi – rispettando, però, la scadenza temporale prevista – perderebbero soltanto le commissioni per elaborare e convalidare le transazioni sulla blockchain.

D’altro canto, anche i venditori creatori dei token ne trarrebbero giovamento, creando fiducia nel mercato ed attraendo dalla loro parte un maggior numero di investitori.

Inoltre, l’applicazione dello standard ERC-721R potrebbe risolvere anche un altro dei principali controversi aspetti giuridici legati allo scambio di NFT, vale a dire la non applicabilità del diritto di recesso previsto dall’art. 52 del Codice del Consumo.

Infatti, se in linea di principio l’irreversibilità della transazione non rende possibile l’esercizio di tale diritto, il descritto meccanismo del vincolo delle somme alla base del nuovo protocollo, non permettendo ai venditori di prelevare le somme sino alla scadenza di un dato termine, potrebbe consentire all’acquirente di effettuare un “reso” dell’NFT senza perdita dei fondi, in caso di ripensamento dell’acquisto.

Gabriella Amato

Author Gabriella Amato

More posts by Gabriella Amato