L’agenzia di stampa ANSA ha interpellato l’avvocato Ernesto Belisario, socio di E-Lex per un commento sulle nuove privacy policy di Meta.
Dal 26 luglio, Meta – la società he gestisce Facebook, Instagram e Messenger – aggiornerà la sua informativa sulla privacy con l’obiettivo dichiarato di rendere più chiare le pratiche in materia di dati anche con l’ausilio di esempi pratici e video.
Anche se il testo appare diverso, specifica la società, Meta non raccoglie, usa o condivide i dati degli utenti in modi nuovi in seguito a questo aggiornamento.
La nuova informativa rappresenta unicamente uno sforzo di riprogettazione dell’informativa per renderla più comprensibile, contiene nuovi controlli del pubblico e modi per gestire le inserzioni.
Interpellato dall’agenzia di stampa Ansa, l’avvocato Ernesto Belisario – socio di E-Lex – ha sottolineato il legame tra le recenti modifiche e i provvedimenti normativi adottati degli ultimi anni dal legislatore europeo.
In particolare, il commento dell’avvocato Belisario sottolinea che:
«Questo dimostra che le normative europee funzionano e, anche se con una certa lentezza, sono in grado di convincere i grandi operatori a rivedere i loro modelli di business che non sono scritti nella pietra. Il Gdpr, il Digital Services Act e il Digital Markets Act stanno producendo effetti e gli Stati Uniti seguono l’Europa. Ci dovremmo però interrogare se, nonostante la trasparenza, le persone abbiano la capacità da sole di leggere migliaia di parole e tutelare i propri diritti».
Ernesto Belisario, socio di E-Lex
Le norme sulla privacy dei dati immessi in rete hanno un compito importante
La normativa può modificare sensibilmente il modo in cui operano le grandi piattaforme digitale e i loro stessi modelli di business. Manca però consapevolezza da parte delle persone che, troppo spesso, non conoscono e fanno valere i propri diritti digitali.
Norme come il GDPR (General Data Protection Regulation) e il DSA (Digital Service Act), hanno avuto un impatto significativo che è andato molto al di là della percezione del pubblico, ma la semplice emanazione di leggi non basta.
Le persone non leggono queste policy e non sempre compiono scelte consapevoli. La responsabilità di questa grave asimmetria informativa è tanto del legislatore quanto delle piattaforme. Le nuove policy implementate da Meta, anche se riprogettate, sono lunghe 51 pagine. È oggettivamente impensabile che il titolare dei dati le legga e ancora meno credibile che le capisca.