Il 12 agosto 2020 è stato pubblicato sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2020-2022, il documento strategico del Governo – attualmente in corso di registrazione presso la Corte dei conti – che guiderà la trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche nel prossimo triennio.

Il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2020-2022 arriva in un momento cruciale per il processo di transizione digitale della pubblica amministrazione. Lo stato di emergenza causato dalla diffusione del Covid-19, infatti, ha messo a dura prova molti enti, sia centrali che locali. Il veloce passaggio allo smartworking e il significativo aumento della domanda di servizi digitali hanno messo in luce il ritardo del Paese nella digitalizzazione della PA: non solo dal punto di vista delle infrastrutture e della connettività, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista delle competenze digitali, prime fra tutte quelle di sicurezza informatica.

Il Piano è stato redatto da un gruppo di lavoro formato dal personale di AgID e del Dipartimento per la trasformazione digitale ed ha visto la collaborazione di numerosi stakeholders.

Si tratta della terza edizione del Piano, che costituisce l’aggiornamento delle precedenti edizioni (2017-2019 e 2019-2021). 

Di conseguenza,   il documento non si discosta molto dai percorsi già intrapresi, in coerenza con il chiaro intento di assicurare continuità alle azioni di trasformazione già avviate e, dunque, di non disperdere quanto di buono realizzato finora. 

La struttura del Piano

Il Piano triennale  si compone di tre parti, articolate in capitoli tematici: la prima parte fornisce un quadro di riferimento e indica i principi e gli obiettivi strategici del Piano; la seconda è dedicata alle componenti tecnologiche: servizi, dati, piattaforme, infrastrutture, interoperabilità, sicurezza informatica; nella terza parte sono riportati gli strumenti di governance della trasformazione digitale. Sono nove, invece, capitoli tematici, di cui sei sullo sviluppo delle componenti tecnologiche dell’amministrazione digitale e tre relativi alla governance del processo di trasformazione.

Ciascun capitolo si compone di:

  • una sezione introduttiva, ricognitiva delle azioni già intraprese in attuazione dei piani precedenti;
  • una schematica ricostruzione del contesto normativo e strategico di riferimento;
  • una sezione contenente gli obiettivi prefissati e i risultati attesi, la cui misurazione nel tempo è scandita in target annuali;
  • due sezioni recanti le linee d’azione che – secondo una precisa roadmap – devono essere attuate dai soggetti istituzionali (AgID e Dipartimento per la Trasformazione Digitale in primis) e dalle singole amministrazioni (centrali e locali);
  • una sezione conclusiva di coordinamento con la Strategia per l’innovazione tecnologia e la digitalizzazione del Paese 2025 approvata dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica.

Guardando alle componenti tecnologiche, il Piano individua le linee d’azione per lo sviluppo di quattro livelli verticali – infrastrutture, piattaforme, dati e servizi – a cui si accompagna lo sviluppo dei livelli trasversali relativi all’interoperabilità ed alla sicurezza informatica dei sistemi informativi.

Le principali novità del Piano

Tra le principali novità del nuovo Piano Triennale in tema di componenti tecnologiche, meritano di essere segnalate quelle in materia di  razionalizzazione dei data center.

Come è noto, nel 2019 è stato portato a termine il Censimento del Patrimonio ICT della PA, intrapreso da AgID a partire dalla Circolare n. 5/2017, con l’obiettivo di classificare i data center in mano pubblica sulla base di criteri di efficienza, sicurezza e affidabilità delle strutture. Tre le differenti classificazioni di data Center: Poli Strategici Nazionali (PSN), Gruppo A e Gruppo B, quest’ultimi destinati a essere dismessi il prima possibile e conseguente migrazione dei servizi verso i PSN o verso i servizi cloud qualificati da AgID, (per approfondire, v. Il modello di Cloud della PA). Detta classificazione, che da ultimo era stata confermata nella Circolare AgID n. 1/2019, oggi deve ritenersi non più attuale. Il Capitolo 4 del Piano Triennale 2020-2020, infatti, prevede l’accorpamento dei PSN e dei data center di Gruppo A nell’unitaria categoria “A”, nonché la possibilità per le amministrazioni titolari di infrastrutture del Gruppo B di stringere accordi per consolidare le infrastrutture e i servizi all’interno dei data center “A”.

Interessanti novità rispetto alle precedenti edizioni sono previste anche sul fronte della governance della trasformazione digitale, dove il monitoraggio dell’attuazione del Piano sembra acquisire rinnovata centralità. Il Piano individua concrete modalità operative: innanzitutto, definisce una precisa roadmap delle Linee d’Azione da porre in essere; inoltre, richiede ai Responsabili per la Transizione Digitale (RTD) di ciascun ente di rilasciare ad AgID le informazioni sullo stato di avanzamento nella roadmap mediante un Format PT per le PA, così da rendere possibile la costruzione e l’alimentazione di una base dati informativa relativa all’attuazione del Piano.

Come fare per non restare indietro

Di recente la Corte dei conti ha evidenziato come la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni proceda ancora troppo a rilento, soprattutto negli enti locali, ed ha auspicato che “gli organi preposti intervengano con determinazione sugli enti rimasti indietro e diano corso ad un’efficace azione di sensibilizzazione e supporto allo sviluppo dell’innovazione tecnologica” (così il Referto al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano triennale per l’informatica 2017-2019 negli enti territoriali).

La roadmap delle Linee d’Azione contenuta nel Piano può rivelarsi uno strumento molto utile perché non sfuggano agli enti adempimenti importanti, dalla dichiarazione di accessibilità per i siti web alla trasmissione dei piani di migrazione al cloud, passando per lo switch off delle identità digitali diverse da SPID e CIE. Sarà utile soprattutto ai RTD, che sono tenuti a verificare lo stato di avanzamento della digitalizzazione dei propri enti e che rischiano di incorrere in forme di responsabilità in caso di inadempimento degli obblighi previsti dal CAD e dal Piano. 

Il processo di digitalizzazione, però, non può prescindere da una preventiva attività di pianificazione, che porti ciascuna amministrazione all’adozione di un proprio piano triennale per l’informatica, coerente con il documento strategico del Governo, in cui individuare le priorità e gli interventi di medio-lungo termine. 

L’auspicio è che il nuovo Piano Triennale possa davvero condurre a uno scatto in avanti nella transizione digitale del settore pubblico. Senza dimenticare però, l’importanza del contributo dei singoli enti per la sua concreta realizzazione.

Author Alessandro Greco

More posts by Alessandro Greco