La Russia ha deciso di assediare non solo l’Ucraina, ma anche le garanzie dei diritti mondiali di proprietà intellettuale. Tale decisione non è altro che una delle tante soluzioni che la Russia sta adottando per offrire alle proprie imprese nuovi strumenti per evitare il collasso economico e contrastare le carenze di fornitura alle aziende presenti sul territorio.

Il Governo russo, alla luce delle sanzioni straniere ricevute e all’abbandono delle proprie attività sul territorio da parte di diverse società a causa dell’invasione dell’Ucraina, si è determinata, insieme al Ministero dello Sviluppo economico russo, ad emanare una nuova legge che permette l’utilizzo di qualsiasi diritto di proprietà intellettuale senza il consenso del titolare, legalizzando a tutti gli effetti la pirateria informatica.

In questo modo, il primo ministro russo Mikhail Mishustin, con decreto n. 299 del 6 marzo 2022, ha eliminato le sanzioni per chi viola i diritti di proprietà intellettuale e conferito al proprio Governo il potere di emanare licenze obbligatorie, senza riconoscere alcun indennizzo ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale appartenenti a “Stati e territori stranieri che hanno commesso atti ostili contro la Federazione russa”.

Dunque, da un lato, la nuova legge non permette più ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale, associati agli Stati stranieri che hanno contrastato la Russia apertamente attuando sanzioni, restrizioni o qualsiasi tipo di atto “ostile”, la possibilità di richiedere un risarcimento del danno per violazione dei propri diritti di privativa; dall’altro, i “pirati” del web sono esenti da qualsiasi tipo di responsabilità, sia civile sia penale, per le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale poste in essere nei confronti dei suddetti soggetti associabili ad alcuni Paesi che fanno parte di una c.d. black list.

In tale black list rientrano, momentaneamente, il Regno Unito, gli USA, l’UE, l’Australia e il Giappone. La normativa prevede, inoltre, che l’associazione dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale ai suddetti Paesi avverrà sulla base di alcuni requisiti:

  1. la cittadinanza;

  2. una connessione di tipo economico (es. essere titolare di una società o avere ingenti profitti);

  3. una connessione di tipo autoriale (es. essere titolare di contenuti protetti).

La portata esatta e l’applicazione di questa nuova legge non sono del tutto chiare, ma ci si aspetta che copra tutti i tipi di diritti di proprietà intellettuale. Non si sa, inoltre, se tali diritti di proprietà straniera saranno completamente annullati o vi sarà qualche forma limitata di protezione che continuerà in diversi scenari.

In Russia, la pirateria era già abbastanza diffusa: TorrentFreak, attraverso un’indagine da parte di ESET, ha rilevato che oltre il 90% degli utenti intervistati ammetteva di usare diversi software o contenuti illegali, a causa dei prezzi eccessivamente elevati delle versioni legali.

Il Governo russo ha spesso manifestato una scarsa attenzione nei confronti della proprietà intellettuale, ma questa mossa di ritorsione da parte della Russia potrebbe causare effetti irreversibili che superano le attuali sanzioni. Infatti, qualora le sanzioni dovessero essere rimosse, la mancanza di rispetto per i diritti di proprietà intellettuale potrebbe portare alla riduzione o alla cessazione degli investimenti stranieri in Russia. Tali conseguenze avrebbero effetti a catena sull’economia, sulla ricerca e sullo sviluppo del Paese in numerosi settori. Anche se queste nuove disposizioni legislative venissero abrogate, potrebbe volerci molto tempo per attivare un processo di riabilitazione reputazionale della Russia e convincere gli investitori stranieri che i propri diritti di proprietà intellettuale saranno rispettati in futuro.

Inoltre, come è noto la Russia ha aderito a molteplici convenzioni internazionali per il rispetto della proprietà intellettuale quali, ad esempio: l’Accordo di Madrid e il Protocollo di Madrid sulla Registrazione Internazionale dei Marchi, l’Accordo istitutivo dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, la Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale, il Trattato sul diritto dei marchi (“TLT”), il Trattato di Singapore sul diritto dei marchi, la Classificazione internazionale dei prodotti e dei servizi ai fini della registrazione dei marchi (“Classificazione di Nizza”), l’Accordo TRIPS.

Pertanto, oltre alle conseguenze che deriveranno dalle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, ci si interroga su quelle relative al mancato rispetto dei suddetti accordi internazionali.

Daniele Lo Iudice

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